Partendo da un racconto che si trova nel libro ‘La scienza della meditazione’ di Jon Kabat-Zinn, parliamo di come la nostra mente si metta continuamente in mezzo tra noi e la realtà.
Quante volte riusciamo ad avere una percezione pura di quello che abbiamo davanti agli occhi?
La nostra mente categorizza e giudica tutto ciò che si presenta davanti ai nostri occhi, e lo fa in maniera velocissima e automatica; tocca a noi allenarci alla presenza per cercare di vedere qualcosa senza i filtri che abbiamo appreso dall’esperienza.
Questo non perché questi filtri siano da demonizzare, anzi: ci servono nella vita di tutti i giorni.
Il punto qui è renderci consapevoli della loro esistenza, e allenarci a guardare le cose senza il pilota automatico, ma intervenendo intenzionalmente per cercare di guardare oltre, e vedere davvero.
Ci renderemo conto così che spesso, più che guardare la cosa in sé, stiamo guardando i nostri pensieri su di essa.
Questo ovviamente vale anche per le persone che incontriamo: una volta instaurata una relazione abituale, sappiamo già cosa aspettarci da quella persona, e quindi quello che vedremo relativamente a quella persona sarà inevitabilmente filtrato dalle nostre aspettative.
Per fortuna, però, per ‘accorgersi’ basta davvero un istante, un istante di consapevolezza, e di volontà di guardare davvero quello che c’è.
Solo così possiamo imparare a vedere davvero, ad andare oltre i nostri filtri automatici e abituali.
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