Che cos’è la Mindful Bell e perché dovresti inizare subito a usarla per coltivare la consapevolezza nella tua vita di tutti i giorni?
Come coltivare la consapevolezza con la Mindful Bell
Hai presente quando entri in una stanza e ti rendi conto che non ti ricordi più il motivo per il quale eri entrata in quella stanza?
Sempre più spesso durante le nostre giornate inseriamo il pilota automatico nelle nostre azioni, perché la mente comincia a vagare per lidi sempre più lontani.
A un certo punto ci ritroviamo a mille chilometri di distanza dal nostro corpo e, quando ce ne accorgiamo, non ci ricordiamo nemmeno più come ci siamo arrivati.
Quindi diventa sempre più difficile agire consapevolmente, anzi, scegliere come agire.
Quando siamo sotto il pilota automatico, infatti, non possiamo fare altro che reagire agli stimoli esterni in maniera, appunto, automatica, e quindi siamo sempre meno padrone delle nostre azioni.
La pratica che più di tutte mi ha aiutato inizialmente ad allenare la consapevolezza è proprio la Mindful Bell.
Cos’è la Mindful Bell
Di cosa si tratta?
In realtà è un esercizio molto semplice: si tratta di puntare almeno quattro sveglie durante la giornata, in maniera random, così da aiutarci proprio a svegliarci in quel momento per ritornare a noi stesse.
Ogni volta che sentirai suonare quella sveglia tornerai nel momento presente e nel tuo corpo, e ti renderai conto di quello che stai realmente vivendo in quel momento.
Ci sono decine di esercizi di consapevolezza che amo abbinare a questa sveglia.
La cosa più semplice per fare entrare questa pratica nella tua quotidianità è quella di fare semplicemente un bel respiro profondo, magari ad occhi chiusi, quando sentirai suonare quella sveglia – dopo averla spenta magari!
Fatto il respiro, apri gli occhi guardandoti intorno e chiedendoti:
‘cosa sto facendo in questo momento?’
Puoi guardarti intorno e accorgerti del posto in cui sei, se ci sono rumori di cui non ti eri accorta; magari ti rendi conto che eri messa in una posizione scomoda ma non te ne eri resa conto.
Come si usa
All’inizio ti consiglio di puntarne almeno quattro, come minimo; se vuoi applicare con più costanza questa pratica puoi metterne di più, magari una ogni ora, mettendo orari assolutamente a caso: 9:11, 10:24, 11:17 e così via.
Infatti, è più facile sorprenderci lontane dal nostro corpo in questi momenti piuttosto che allo scoccare dell’ora, quando magari avevamo fissato un appuntamento ed è ovvio che siamo più presenti.
Se poi vuoi diventare una vera fanatica di questo esercizio, come me, puoi puntare la sveglia ogni quarto d’ora, usando un’app come questa, dove puoi selezionare ogni quanto tempo farla suonare, ma anche gli orari di inizio e fine durante la giornata (io ad esempio comincio alle 8:00 e finisco alle 20:00).
Il suono di questa meditazione è molto suggestivo, perché c’è proprio una campana tibetana che suona; così non occorre che tu spenga la sveglia, anzi, puoi immergerti subito nel tuo respiro proprio ascoltando il suono della campana che è molto suggestivo e dura qualche secondo.
Questa pratica mi è stata suggerita dalla visione di un documentario che ho visto qualche tempo fa: Walk with me; parla delle pratiche buddhiste dei monaci guidati da Thich Nhat Hanh.
Nei loro monasteri usano questa campana che suona ogni quarto d’ora, e quando succede si fermano tutte le attività per qualche istante per allenare proprio il ritorno in se stessi e nel presente.
‘Ma perchè così spesso?’ ti chiederai tu.
Benefici della Mindful Bell
Se non hai mai fatto questa pratica ti accorgerai presto di quanto sia difficile padroneggiare la consapevolezza!
Il nostro cervello, infatti, è programmato per agire spesso in maniera automatica, perché compiamo tantissime azioni contemporaneamente, e quindi ci è di grande utilità riuscire a risparmiare energia non dovendo fare attenzione a tutto ciò che facciamo in contemporanea.
Ma in realtà, proprio a causa del tipo di vita che facciamo, spesso ci dimentichiamo di questo automatismo, e lasciamo che sia lui a prendere il controllo mentre intanto noi vaghiamo con i nostri pensieri, che purtroppo spesso sono preoccupanti e altamente stressanti.
Si tratta dunque di accogliere questo funzionamento mentale, perché è così che deve essere: non giudichiamolo sbagliato.
Però contemporaneamente dobbiamo riappropriarci della nostra attenzione e della nostra consapevolezza, in modo poi da poterla dirigere sempre più spesso dove in realtà vogliamo dirigerla.
Non è un pulsante che possiamo spegnere e riaccendere, ma è come un muscolo, e quindi va allenato proprio come fanno gli sportivi.
Se vogliamo fare la maratona, non impariamo a correre la maratona una volta per tutte, ma dobbiamo allenarci continuamente per poterla fare.
Proprio come correre la maratona è molto faticoso, rimanere consapevoli è spesso difficile; non dobbiamo sentirci frustrate per questo, è assolutamente normale che la campana ci colga lontane dal presente.
Semplicemente, ogni volta che succede, con pazienza e amorevolezza riportiamo la consapevolezza nel nostro corpo facendo un bel respiro profondo.
Sappiamo che più spesso lo faremo, e più diventeremo allenate e ‘in forma’ – consapevolmente parlando!
Quindi: siamo positive durante la pratica, e non giudichiamoci!
Ti invito fin da subito a puntare qualche sveglia nel tuo telefono, oppure a scaricare direttamente l’applicazione che ti ho consigliato, e cominciare questa avventura nella consapevolezza!
Buona pratica!
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